Travelogue

Tramonti sulle sponde del Nilo

Tramonti sulle sponde del Nilo

Camminando per le strade dei villaggi, percorrendo in barca le acque verdastre del Nilo o visitando le Valli dei Re e delle Regine, è impossibile non essere continuamente irradiati dalla luce del sole, la luce del dio Ra, che tutto dà e tutto toglie. Un sole che dona agli edifici - per lo più color giallo o direttamente mattone - un’aura quasi incantata, che per un momento ti distrae dal caos che ti circonda, dai cavalli che trainano carrozze, e dai tuk tuk che impazzano per accompagnare gente a destra e sinistra.

Tramonto sul Nilo

Così come nell’iconografia dei templi e delle tombe, la presenza più forte in assoluto, la forza che scandisce la vita di questo Paese, è però quella del Nilo. Un fiume attorno al quale la vita è ancora prevalentemente rurale, semplice, e dove il sistema agricolo è ancora basato per la maggior parte su lotti di dimensioni ridotte, strumenti manuali e solo qualche capo di bestiame.

Bambini e agricoltori sul Nilo

Le infrastrutture un po’ âge, le macchine anni 70 e 80, i sedili degli aerei che hanno ancora il posacenere, la carenza di asfalto e di un serio trasporto pubblico su gomma, i musei mai restaurati, i troppi bambini scalzi e in giro a tutte le ore del giorno - chiaro indice, purtroppo, di un basso tasso di scolarizzazione specialmente nei centri minori - sono in fortissimo contrasto con la magnificenza dell’Egitto antico e delle sue straordinarie opere che sono arrivate fino ai nostri giorni e che riescono a sorprendere l’uomo così nel profondo.

Automobile nei pressi del molo di Aswan

Nonostante le innumerevoli le sveglie all’alba, le cavallette, i tassisti e le numerosissime nozioni storiche che ti vengono inculcate, non si può rimanere impassibili davanti alla magia delle tombe dei Re e delle Regine d’Egitto, coloro che si premuravano, sin dalla loro ascesa al trono, della loro vita successiva. Non si può non provare un senso di inferiorità dinanzi alle immense colonne del Tempio di Karnak, o ai colori del tempio di Esna, sebbene falcidiato dai colpi di proiettile.

Tempio di Karnak, Luxor

Se le albe sono una chiamata all’esplorazione, i tramonti sono un invito alla riflessione profonda, e chi ti invita è il sole che tramonta sulla sponda occidentale del Nilo - dove riposano i Re e le Regine - che fa splendere d’oro il tempio di Luxor. Accanto, una moschea con mamme e bambini che si godono la serata davanti a un pasto semplice con in sottofondo il nitrire dei cavalli e il rumore incessante dei clacson e vecchi motori.

Tempio di Luxor, Luxor

Anche il Tempio di Edfu risplende dentro e fuori del colore dell’oro, sebbene si tratti “solo” di pietra. Un luogo dove si possono vedere chiaramente le tracce delle persecuzioni religiose che hanno invaso l’antico Egitto, una persecuzione che ha la stessa meticolosità dei disegni originari e di cui trasuda l’accanimento più totale.

Navigando verso Sud è poi tempo di salpare verso le antiche cave di pietra di Jabal as Silsilah dove i Vice Re venivano inviati a supervisionare il lavoro di migliaia di persone che si occupavano di selezionare, tagliare e trasportare la pietra lungo il fiume. L’estasi si porta a compimento con la visita al tramonto dal e sul Tempio di Kom Ombo, che in passato è stato anche un ospedale. Qui il Dio principale era Horus, in tutto il suo splendore, con le sue ali che adornano tutte le porte del tempio, fino al santuario. Il passaggio tra la vita e la morte, tra il prima e il dopo è continuamente raffigurato dalla chiave simbolo del Nilo, e quindi della vita stessa.

Tempio di Kom Ombo

La vita lenta, a tratti lentissima, sul Nilo è scandita da poche, pochissime e silenziose barche a remi che transitano allevatori e contadini da una sponda all’altra. Mango, banana, pomodori, zucchine, melanzane: c’è poco che non si coltivi in questo Paese e i mercati di Daraw sono una vera esplosione di colori. 

I bambini del villaggio insulare di Bisaw, senza scarpe e agili come delle gazzelle, ti fanno annusare la menta, il coriandolo e mille altre erbe che non ti sembra abbiano mai profumato tanto. 

Le donne ti sorridono con lo sguardo con una gentilezza che ti tocca dentro. Il verde smeraldo della vegetazione la mattina si tinge di nuovo del colore dell’oro e poi ancora di un verde così luminoso che ti sembra che tutto possa andare a fuoco. 

Le precarie “fattorie” sull’acqua si spostano a seconda delle inondazioni e delle piene del fiume nei diversi mesi, le precarie strutture e sistemi di irrigazione dei campi diventano dei veri e propri parchi divertimento. Il Nilo è vita. Con i suoi insetti le sue rane i suoi uccelli e purtroppo i suoi rifiuti. Scorre da “sud” a “nord” verso il Delta ed è testimone di tutte queste anime.

Riva Occidentale, fiume Nilo

Quasi senza accorgertene arrivi nella Nubia, e al suo centro nevralgico: Aswan. Tagliata in pieno dal Nilo, qui il tempo è scandito dalle feluche che vanno ritmicamente avanti e indietro tra sponde e isole; un incrocio tra luogo ameno e di commercio. Qui, dopo la diga, su un’isola attorno alla quale il fiume sembra mare, sorge il tempio di Philae: una vera meraviglia. Porgendo lo sguardo dalla sponda Est, le tombe dei nobili e i santuari che si stagliano sparpagliati sulla sponda occidentale al mattino si illuminano del colore della sabbia del deserto più profondo.

Aswan

A chiudere quest’avventura ci pensa il tempio di Abu Simbel che nel pomeriggio è quasi deserto. Le raffigurazioni qui sono profondamente diverse da tutti gli altri templi: raccontano delle guerre contro l’oriente e gli altri popoli dell’Africa e del il soggiogamento dei prigionieri. La maestosità del primo tempio, che è poi affiancato da quello di Nefertari, è stata riprodotta perfettamente quando si decise di “costruire” il Lago Nasser, e queste opere uniche al mondo andavano portate in salvo. Di notte, sotto una stellata infinita, il tempio che più risalta è quello della Regina Nefertari, moglie di Ramsete II. Guardando in faccia gli spettatori che assistono alla rappresentazione teatrale di luci e ombre si può cogliere lo stupore sui visi di tutti. Al mattino, con la solita sveglia alle 4:30, facciamo un ultimo passaggio dall’acqua, godendoci l’alba sul Lago Nasser. È questo il momento in cui la luce davvero non ha paragoni. 

Tempio di Abu Simbel

Nonostante i picchi di 44 gradi, l’assedio mattutino dei moscerini, le rane impazzite, l’aria condizionata rotta, la ritualità della mancia, una notte passata in aereoporto per una tempesta di sabbia che ti fa saltare Il Cairo e le Piramidi, l’unica cosa a cui pensi è che devi tornare, che vuoi vedere il nuovo Grand Egyptian Museum che ha aperto da poco, le Piramidi, Alessandria e il Delta Nilo per capire cosa significa affacciarsi al Mediterraneo dall’altro lato.

Riva del Nilo al tramonto

PS - Per un’ottima guida locale dal Cairo ad Aswan potete fare riferimento ad Amer Tours

Federica FabianiComment