Travelogue

San Pedro de Atacama: una cattedrale nel deserto.

San Pedro de Atacama

Un nome, un enigma. Le guide definiscono San Pedro "un'oasi nel deserto", ma per tutti è difficile immaginare un deserto diverso da quello sabbioso che fin da piccoli ci hanno abituato a riconoscere di più. 

Arrivando in piena notte non ci rendiamo conto della fattezza argillosa delle case e delle strade, e se è per questo nemmeno delle dimensioni del villaggio: 5000 abitanti, 80 agenzie turistiche, altrettanti ostelli a più di 2400 m di altitudine.

Dintorni di San Pedro de Atacama

Dintorni di San Pedro de Atacama

 Ci colpiscono il buio, il freddo polare (o meglio, desertico) e la facilità con cui si vedono le stelle.

Appena sveglie ci fiondiamo in paese e concordiamo un pacchetto di tour con un'agenzia e in meno di due ore siamo già su un autobus. 

Ci facciamo portare alla Valle della Luna, poco fuori San Pedro, e proprio lì ha inizio il tour delle meraviglie della zona. 

Valle della Luna: sabbia e rocce.

Valle della Luna: sabbia e rocce.

​Prima tappa: una serie di grotte e gole dentro cui ci accovacciamo, impolveriamo e divertiamo. La formazione della roccia è molto particolare, in alcuni punti sembra quarzo misto a sale. Temevamo che l'escursione fosse molto più banale e invece sfruttiamo l'occasione per arrampicarci qua e là. 

Grotte nella Valle della Luna.

Grotte nella Valle della Luna.

​Seconda tappa: Tres Marias.

Formazioni di roccia naturali che ricordano tre figure femminili. Quella al centro ricorda per certi versi la Nike. 

La Tres Marias - Valle della Luna.

La Tres Marias - Valle della Luna.

​Terza tappa: Valle de la Muerte.

Qui è tutto secco e le nuvole grigie che ci sovrastano attribuiscono alla scena quella giusta dose di macabro che ti aspetteresti in un posto che si chiama così.

Valle de La Muerte - Valle de La Luna

Valle de La Muerte - Valle de La Luna

​Tappa finale: El Mirador.

Da questo punto la vista ha dell'incredibile. Sotto di te c'è uno strapiombo gigantesco che da su una vallata di rocce e sale, che tra l'altro a noi due sciatrici non fa che sembrare neve. 

Vista da El Mirador

Vista da El Mirador

Il tempo non è assolutamente dei migliori, è nuvoloso e il tramonto non si vede. Il vento ti taglia la faccia ed è così forte da farti tremare i denti. 

All'improvviso le nuvole si tingono di rosa e giallo all'orizzonte, sono i riflessi del tramonto. Solo la vista di una tale meraviglia vale tutta l'escursione. Non dura più di cinque minuti ma la ricorderai per sempre.

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Ricorderai per sempre la sensazione di infinito. Mai come in questo posto ho potuto osservare il mondo a 360 gradi. Non c'è nulla che ostacoli la vista. Non c'è nulla che ti impedisca di godere della bellezza di madre natura.

Puoi fare capriole, verticali, metterti a testa in giù, ruotare su te stesso fino allo svenimento: vedrai sempre tutto ciò che il tuo occhio riesce a cogliere. 

Cile: senza fine o inizio, solo magnifico.

Day #2

Sveglia ore 04.45. 

Partenza ore 05.00 per i Geyser El Tatio

Dopo un paio d'ore di guida arrivi in quota a più di 4300 mt. L'altitudine si sente, il freddo pure. Vedi i geyser emanare vapore e letteralmente "scoppiare" ogni tanto. L'unica cosa che ti viene in mente è quella di buttarti dentro queste pozze di acqua bollente, ma non è oggi il giorno della Spa. 

Geyser El Tatio.

 L'altipiano è immenso. È una distesa di buchi e vapore, di cespugli gialli che somigliano a porcospini e queste montagne, meravigliosamente scure, di roccia e sabbia che si stagliano su un cielo che inizia solo ora ad essere azzurro.

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​Alcuni dei geyser somigliano in parte alla barriera corallina. L'acqua è di un blu intenso e tutte le rocce che li circondano sembrano coralli incagliati ad uno scoglio. I colori variano dal rosso mattone al giallo scuro. Non puoi non notare come ogni minuscolo frammento di roccia sembri un essere vivente. Pur essendo immobile è tutto assolutamente vivo e dinamico.

Rocce attorno ai Geyser de El Tatio.

Rocce attorno ai Geyser de El Tatio.

Proseguendo ti portano a un punto panoramico che sembra sovrastare infinite distese di grano. Guardando meglio ti accorgi di essere sopra ad una laguna, il paesaggio ricorda le riprese del Signore degli Anelli. Ci raccontano che una certa comunità italiana - non ben identificata - ha soprannominato questo posto la "Laguna Putana". Ipotizziamo che sia per il freddo canino che mantiene la temperatura costantemente sotto zero ma, come per le leggende, nulla è certo.

Laguna Putana - El Tatio

Laguna Putana - El Tatio

Una volta tornate in albergo ci cibiamo di riso scaldato, mono porzione diviso due, un'arancia geneticamente modificata e due bustine di tè alla coca. 

Non contente di esserci svegliate prima dell'alba e di esserci letteralmente congelate decidiamo di andare a noleggiare delle bici per farci un giro. 

Il deserto intorno a San Pedro è color mattone. Un color mattone che su un cielo così blu non può che farti piacere il posto. 

Garganta del Diablo - San Pedro de Atacama

Garganta del Diablo - San Pedro de Atacama

 

Ci allontaniamo di qualche chilometro e, ve lo dico, a 2400 mt di altitudine andare in bicicletta con il vento contrario mi ha fatto un po' penare..ma la mia cara Jenna non mi ha fatto demordere e siamo arrivate a destinazione senza problemi. 

Lasciamo le bici per proseguire a piedi, le gole sono troppo strette. La roccia è completamente friabile e al di sotto di intravedono lastre di pietra bianca. Inizia ad esserci un po' più freddo e decidiamo di rientrare. 

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Tornando verso il villaggio ci attraversa la strada un pastore con il suo gregge ed è subito tutto più bucolico. A parte le decide e decine di cani randagi e qualche cavallo questi sono gli unici animali che abbiamo visto. L'unica fonte di sostentamento di San Pedro è il turismo e la concorrenza è pressoché spietata anche se tra guide e personale di agenzia sono tutti amigos e si danno sempre un mano. 

Vulcano Licancabur - Confine tra Cile e Bolivia

Vulcano Licancabur - Confine tra Cile e Bolivia


Ci mettiamo a contrattare con una Caja de cambio e iniziamo a cambiare dollari per pesos cileni, euro per bolivianos per attraversare il confine l'indomani e così via, un marasma di numeri e compravendite. 

Doccia lampo e cena davanti a un piccolo fuocherello. Nel risotto di zucca ci manca solo il formaggio, altrimenti sarebbe perfetto. 

Sveglia ore 7 e partenza per la il Salar de Uyuni in Bolivia. (Tecnicamente!)

In realtà c'è un incidente sulla strada quindi anziché partire ci accomodiamo in un parcheggio con il nostro autista Luís a guardare il sole sorgere nella speranza di farcela pronto.

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