Travelogue

La Paz e il Lago Titicaca

Day #1 

Arriviamo con qualche ora di ritardo rispetto al previsto dopo aver passato valli e montagne nella regione antistante la città. 

Stanche e puzzolenti (si, non siamo sempre acchittate come delle principesse) ci dirigiamo al Loki Hostel, fortunatamente molto vicino alla stazione degli autobus. 

Lì incontriamo un amico francese della compare conosciuto a Buenos e insieme ci dirigiamo alla scoperta di questa città a tratti fantomatica a tratti mitica a tratti ineffabile.

Iniziamo a camminare su e giù per le vie del centro vicino Plaza San Francisco. La città si trova, mediamente, a 3660 mt di altitudine e vi assicuro che ognuno di quei saliscendi è una tortura, specie quando hai una macchina fotografica che pesa come un neonato e devi stare sempre un po' allerta. 

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Certo, nel vedere tutte le donne boliviane portare sulle spalle enormi coperte colorate piene di non si sa mai bene cosa, non puoi che sentirti ridicola per un misero zainetto o per la minima fatica, e così sali, sali e ancora sali per queste strade infinite. 

La zona di Calle Santa Cruz e Calle Murillo è tutta un mercato. Oltre a quello "vero" la strada è un turbinio di "compra, compra, compra!" degli oggetti più disparati: utensili da cucina, feti di lama, cioccolatini, biancheria: davvero, qualunque cosa a cui possiate pensare lì, in quelle strade, la troverete. 

Stanchi e un po' infreddoliti ci viziamo con una cena tex-mex vagamente fuori budget (parliamo di 10€ a testa), considerando che in Bolivia ti puoi sfamare con un menù a 10-12-15 BOB. 

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 Del primo giorno a La Paz non hai capito assolutamente nulla. Non ti capaciti di come gli unici mezzi di trasporto siano dei bus o mini van sconclusionati che vanno da una parte all'altra della città. Non ti capaciti del fatto che ovunque ti trovi quello che vedrai in alto saranno sempre delle montagne innevate. Non ti capaciti del turbinio di gente, rumori, odori e colori ma ne sei tremendamente affascinata. 

Ti senti "persa" perché non sai se hai colto la vera anima della città. 

Day #2

Dopo le solite questioni cambia soldi/controlla gli orari dei pullman per la prossima meta, ti dirigi in una piccola agenzia per prenotare le bici per "El Camino de la Muerte" (ci torneremo fra poco). Torni esattamente all'ora che ti era stata indicata e non trovi nessuno. Pranzi lì accanto e, ancora, nessuno nei paraggi. È in questi casi che devi essere un po' flessibile, paziente e farti da spalla con i tuoi compagni di viaggio. 

Riusciamo a sganciare il cash e andiamo disperatamente in cerca di un bel punto panoramico da cui provare a vedere meglio la città, se non altro per capirne la vastità territoriale e culturale. Camminiamo per un paio d'ore e arriviamo dove la Lonely ci aveva consigliato. 

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Rieccoci con la flessibilità. Le guide di LP vengono periodicamente mandate in ristampa ma visto il ritmo sorprendente a cui La Paz, come altri posti nel mondo, si stanno trasformando è sempre utile usare l'istinto e avere un briciolo di curiosità. 

Per esempio: se vedete un enorme teleferica che sulla cartina non si sa nemmeno dove finisce ma che presumibilmente sarà molto in alto, non ci volete salire? 

Così camminiamo per un'altra buona oretta e ci addentriamo nel quartiere di Sopocachi, una delle zone più ricche della città. 

Saliamo sulla linea gialla di quella che scopriamo essere un progetto di sviluppo per la città. Ebbene si, anziché costruire una metropolitana, cosa che sarebbe molto difficile se non impossibile vista la conformazione della città, si è optato per una rete di teleferiche con diverse stazioni in punti strategici. 

L'appalto è stato dato a Doppelmayr e ovviamente pensi subito alle Dolomiti. L'unica cosa che non ti quadra è l'irrisorio prezzo del biglietto visto il costo che l'impianto deve avere. 

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Una volta arrivato in cima non puoi credere ai tuoi occhi, altro che Mirador. Vedi La Paz in tutta la sua grandezza. Le migliaia di case in mattoni a vista mai finite di costruire, i tetti in lamiera, i panni appesi, le strade che si inerpicano sopra i pendii, le scale che congiungono tutte le altre case che non danno sulle strade, e, ovviamente, le vette delle Cordilleras sempre bianche. 

Forse La Paz ora l'hai capita. Sì, perché quel brivido lungo la schiena non è mancato. 

Purtroppo devi correre via perché la sera hai deciso di andare a vedere il Wrestling delle Cholitas, donne in abiti tradizionali che combattono nella maniera più finta mai vista. 

A parte le risate che ti fai mentre sorseggi una birra il tutto ha del paradossale e del rocambolesco. Sopratutto ti chiedi come questa possa essere una delle principali attività turistiche della città. 

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Day #3

Dopo qualche ora tra ritrovo con l'agenzia, colazione e viaggio in mini bus arriviamo a La Cumbre. 

Lì, a 4650 metri di altitudine inizia la tua discesa in bicicletta di 67 km verso Coroico. I primi 21 km sono tutti su strada asfaltata e ti ci butti a 70-80 km/h senza nemmeno pensarci troppo. 

L'adrenalina ti arriva a livelli probabilmente sconsigliati, ma forse è una delle cose più divertenti che tu mai abbia provato. 

Dopo una piccola pausa inizia la parte tosta: i restanti 46 km sono tutti su strada sterrata nella foresta degli Yungas. Il clima è umido come nella giungla, la nebbia fitta, la vegetazione tropicale, il terreno completamente a cavallo tra il pietroso e il fangoso. 

Yungas, Bolivia

Yungas, Bolivia

Tieni la bici talmente salda che arrivi a fine giornata con una simpatica vescica nel bel mezzo del palmo della mano che brucia come il sale su una ferita. 

Stanca, sporca di fango, polvere, terra e acqua scendi fino al minuscolo villaggio di Coroico a 1200 mt di altitudine. Come dice qualcuno "il culo del mondo". 

Nonostante sia stata dichiarata da anni la strada più pericolosa del mondo, El Camino, è ancora molto utilizzato dalla gente del posto. I sensi di marcia sono invertiti, in discesa devi mantenere la sinistra, ovviamente il lato del precipizio. 

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 Alla fine si va di birra, buffet e un ritorno infinito in mezzo ad una nebbia che farebbe invidia a quella della Val Padana a novembre. 

La sera, rientrati a La Paz, ovviamente non vi reggete in piedi. È il momento per il mate di coca e una partita a carte. 

Day #4 

Copacabana - Lago Titicaca 

Lasci la Paz e dopo qualche ora costeggi le sponde del Lago Titicaca, il più alto lago navigabile al mondo. Scendi e vedi il tuo bus che viene caricato su una precaria imbarcazione per passare lo stretto del lago e ti chiedi come dopo pochi metri non sia ancora affondato.

Arrivi a Copacabana e trascorri il pomeriggio passeggiando e arrampicandoti quà e là cercando di capire effettivamente quanto sia immenso questo posto. 

Ma c'è un problema: come per tutti i paesaggi che la Bolivia ti ha già regalato, l'unica parola che può descrivere a pieno ciò che vedi è  infinito . 

Infinito sono le sfumature di blu.

Infinito è il cielo sopra di te.

Infinito è tutto quello che vedi davanti a te e che ti immagini possa esserci oltre. 

Riva di Copacabana - Lago Titicaca, Bolivia

Riva di Copacabana - Lago Titicaca, Bolivia

È solo l'inizio. 

Day #5 

L'escursione all'Isola del Sole è un must. Qui i colori non hanno bisogno di saturazione. È tutto piacevolmente autentico e selvaggio.  

La barca ti lascia nella parte nord dell'isola ma decidi di voler andare a dormire a sud. Il trekking in totale ti prende più o meno cinque ore. Non è assolutamente stra impegnativo ma altitudine, sole e nausea non aiutano.  

Nonostante le condizioni fisiche i panorami che questo posto ti permette di assaporare valgono ogni goccia di sudore.  

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Arrivi finalmente a sud, dopo aver pagato la bellezza di 3 pedaggi, uno per ogni comunità che popola l'isola, e a Yumani ti senti in cima al mondo.  

È un posto dalla tranquillità esagerata, fuori da ogni canone. È talmente bello che non c'è bisogno alcuno di parlare. Puoi solo stare a guardare mentre la luce del sole cala su un'altra indimenticabile giornata della tua vita.  

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Day #6 

Da bravi farlo chi in vacanza perdete l'unico collegamento per l'Isla de la Luna e decidete quindi di rientrare a Copacabana. Da lì prendete l'autobus per Puno, città sulla sponda peruviana del lago e in men che non si dica sono aumentati nuovamente i timbri sul vostro passaporto. 

Domani sarete ospiti di una famiglia peruviana su un'isola artificiale completamente costruita con le canne che crescono sulle sponde del lago.  

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